giovedì 20 novembre 2014

Gestione del peso: quale dieta funziona davvero?

Gestione del peso: quale dieta funziona davvero?

15/09/2014 -  Mentre il numero delle persone che lottano contro il sovrappeso continua a crescere, diventa sempre più evidente che il controllo delle calorie, di per sé, non è la risposta al problema. Iniziamo a comprendere che, nei casi estremi, le ragioni alla base dell’eccessivo aumento di peso sono diverse: fattori ambientali e comportamentali, così come ereditari e genetici (nutrigenomica). In tale ottica risulta fondamentale adottare una prospettiva più ampia. Una dieta non specifica non è sufficiente a raggiungere un peso e uno stato di salute normali.
E quindi, cosa provoca l’aumento di peso? Di solito sovrappeso e adiposità sono il risultato di un bilancio energetico positivo protratto nel tempo; in altre parole, ingeriamo più calorie di quante ne bruciamo. Ciò significa che una restrizione calorica è essenziale ai fini del dimagrimento. Questa, tuttavia, non è l’unica risposta. La maggior parte delle persone in sovrappeso e obese è fortemente motivata a dimagrire ma ha difficoltà a farlo e, in caso di successo, trova ancora più difficile mantenere il peso perso. Infatti, solo il 10-20% circa delle persone che cercano di assumere meno calorie dimagrisce effettivamente, la maggior parte perde poco peso o addirittura ne acquista. Inoltre, la perdita di peso non riesce a essere mantenuta e si instaura un effetto yo-yo.
Basta considerare che ogni anno oltre 45 milioni di americani iniziano una dieta dimagrante di qualche tipo, per lo più senza grande successo. Inoltre, la maggior parte delle persone obese o in sovrappeso riprende i chili persi entro cinque anni. In questo modo, si avvia il classico ciclo di dieta/perdita e successivo riacquisto dello stesso peso (o superiore). Si tratta del frustrante “effetto yo-yo”, o “dieta yo-yo”, sperimentati da molti.
Oggi è noto che la gestione del peso implica un ampio numero di fattori e sono stati studiati diversi approcci olistici che tengono in considerazione sia la componente metabolica sia quella psicologica connesse a sovrappeso e obesità. La maggior parte delle diete e dei programmi per la perdita di peso si basano sul consumo di cibi integrali a basso contenuto di grassi o carboidrati, colesterolo, acidi grassi saturi e saccarosio (zucchero raffinato) e che non contengono prodotti chimici o conservanti, finendo spesso con l’imporre un’alimentazione strettamente a basso regime calorico (< 1.000 calorie) che non è adatta a tutti.
Solo recentemente abbiamo iniziato a comprendere davvero il ruolo cruciale dei geni e della nutrogenomica nel processo di immagazzinamento dei nutrienti, che regola l’assorbimento degli alimenti, il consumo energetico e lo sviluppo della massa corporea, tutte funzioni che influiscono drasticamente sulla diminuzione e sull’aumento di peso. Questa prospettiva ha portato a ipotizzare che, per essere efficace, una dieta debba essere elaborata in base alle specifiche caratteristiche genetiche (o al genotipo) di ogni individuo. Può allora essere elaborata una consulenza personalizzata che, secondo la specifica tipologia genetica, indichi le modifiche del regime alimentare e dello stile di vita più adatte al raggiungimento di obiettivi specifici in termini di nutrizione ed esercizio fisico.
Nutrizionisti, dietologi e medici di tutto il mondo hanno esaminato tutte le variazioni genetiche associate a peso, massa e grasso corporei, e quindi all’acquisto e perdita di peso, identificando specificamente cinque varianti di quattro geni principali che dimostrano di avere effetti importanti sull’aumento di peso e di essere quindi correlati a un elevato rischio di sovrappeso e obesità. In base a tali varianti, sono stati finora individuati tre gruppi di soggetti obesi o in sovrappeso con diversa risposta a un determinato tipo di dieta: (1) particolarmente sensibili a un regime a basso contenuto di grassi, (2) particolarmente sensibili a un regime a basso contenuto di carboidrati e (3) particolarmente sensibili a un regime a basso contenuto di calorie con bilanciamento di grassi e carboidrati.
Il metabolismo energetico delle persone che rispondono a una dieta povera di grassi tende a essere più lento rispetto alla media della popolazione. Questi soggetti ingrassano facilmente, poiché assorbono maggiormente i lipidi contenuti negli alimenti. Mentre per coloro che rispondono geneticamente alla limitazione dei carboidrati, il principale rischio di sovrappeso è legato a un consumo eccessivo di carboidrati (da meno del 40 al 50 per cento dell’energia, in particolare da saccaridi come il glucosio, il fruttosio/saccarosio e alimenti a elevato indice o carico glicemico). Per le persone appartenenti al terzo gruppo, un equilibrio ottimale dei macronutrienti (carboidrati, lipidi e proteine) sembra essere il modo migliore per perdere peso, poiché non dimostrano la necessità di limitare né grassi né carboidrati, ma traggono vantaggio da un regime ipocalorico bilanciato.
In alcuni casi di obesità o sovrappeso, l’esercizio fisico si dimostra particolarmente efficace. In tali casi, è consigliabile fare ginnastica a ritmo moderato (durata: da 30 a 45 minuti) tre o quattro volte alla settimana, per facilitare la gestione del peso. D’altro canto, se l’esercizio fisico produce una risposta ridotta e si dimostra meno efficace nel ridurre la massa corporea, raggiungere e mantenere il peso forma richiede una ginnastica più impegnativa.
I vantaggi di uno speciale programma personalizzato per la gestione del peso sono dunque evidenti. L’approccio olistico di una dieta basata sui geni è in grado di rispondere alle esigenze specifiche di ciascun individuo come nessun altro. In questo modo, una persona obesa o in sovrappeso ha molte più probabilità di vincere l’eterna battaglia con il proprio corpo una volta per tutte.
Sven-David Müller, Master of Science (MSc) in Nutrizione e dietetica applicata, nutrizionista clinico certificato, educatore diabetologico (Associazione tedesca per il diabete), Centro e ambulatorio per la comunicazione alimentare, consulenza dietistica e giornalismo sanitario, Ostheimer Straße 27d, D-61130 Nidderau.



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15/09/2014 -


Mentre il numero delle persone che lottano contro il sovrappeso continua a crescere, diventa sempre più evidente che il controllo delle calorie, di per sé, non è la risposta al problema. Iniziamo a comprendere che, nei casi estremi, le ragioni alla base dell’eccessivo aumento di peso sono diverse: fattori ambientali e comportamentali, così come ereditari e genetici (nutrigenomica). In tale ottica risulta fondamentale adottare una prospettiva più ampia. Una dieta non specifica non è sufficiente a raggiungere un peso e uno stato di salute normali.

E quindi, cosa provoca l’aumento di peso? Di solito sovrappeso e adiposità sono il risultato di un bilancio energetico positivo protratto nel tempo; in altre parole, ingeriamo più calorie di quante ne bruciamo. Ciò significa che una restrizione calorica è essenziale ai fini del dimagrimento. Questa, tuttavia, non è l’unica risposta. La maggior parte delle persone in sovrappeso e obese è fortemente motivata a dimagrire ma ha difficoltà a farlo e, in caso di successo, trova ancora più difficile mantenere il peso perso. Infatti, solo il 10-20% circa delle persone che cercano di assumere meno calorie dimagrisce effettivamente, la maggior parte perde poco peso o addirittura ne acquista. Inoltre, la perdita di peso non riesce a essere mantenuta e si instaura un effetto yo-yo.

Basta considerare che ogni anno oltre 45 milioni di americani iniziano una dieta dimagrante di qualche tipo, per lo più senza grande successo. Inoltre, la maggior parte delle persone obese o in sovrappeso riprende i chili persi entro cinque anni. In questo modo, si avvia il classico ciclo di dieta/perdita e successivo riacquisto dello stesso peso (o superiore). Si tratta del frustrante “effetto yo-yo”, o “dieta yo-yo”, sperimentati da molti.

Oggi è noto che la gestione del peso implica un ampio numero di fattori e sono stati studiati diversi approcci olistici che tengono in considerazione sia la componente metabolica sia quella psicologica connesse a sovrappeso e obesità. La maggior parte delle diete e dei programmi per la perdita di peso si basano sul consumo di cibi integrali a basso contenuto di grassi o carboidrati, colesterolo, acidi grassi saturi e saccarosio (zucchero raffinato) e che non contengono prodotti chimici o conservanti, finendo spesso con l’imporre un’alimentazione strettamente a basso regime calorico (< 1.000 calorie) che non è adatta a tutti.

Solo recentemente abbiamo iniziato a comprendere davvero il ruolo cruciale dei geni e della nutrogenomica nel processo di immagazzinamento dei nutrienti, che regola l’assorbimento degli alimenti, il consumo energetico e lo sviluppo della massa corporea, tutte funzioni che influiscono drasticamente sulla diminuzione e sull’aumento di peso. Questa prospettiva ha portato a ipotizzare che, per essere efficace, una dieta debba essere elaborata in base alle specifiche caratteristiche genetiche (o al genotipo) di ogni individuo. Può allora essere elaborata una consulenza personalizzata che, secondo la specifica tipologia genetica, indichi le modifiche del regime alimentare e dello stile di vita più adatte al raggiungimento di obiettivi specifici in termini di nutrizione ed esercizio fisico.

Nutrizionisti, dietologi e medici di tutto il mondo hanno esaminato tutte le variazioni genetiche associate a peso, massa e grasso corporei, e quindi all’acquisto e perdita di peso, identificando specificamente cinque varianti di quattro geni principali che dimostrano di avere effetti importanti sull’aumento di peso e di essere quindi correlati a un elevato rischio di sovrappeso e obesità. In base a tali varianti, sono stati finora individuati tre gruppi di soggetti obesi o in sovrappeso con diversa risposta a un determinato tipo di dieta: (1) particolarmente sensibili a un regime a basso contenuto di grassi, (2) particolarmente sensibili a un regime a basso contenuto di carboidrati e (3) particolarmente sensibili a un regime a basso contenuto di calorie con bilanciamento di grassi e carboidrati.

Il metabolismo energetico delle persone che rispondono a una dieta povera di grassi tende a essere più lento rispetto alla media della popolazione. Questi soggetti ingrassano facilmente, poiché assorbono maggiormente i lipidi contenuti negli alimenti. Mentre per coloro che rispondono geneticamente alla limitazione dei carboidrati, il principale rischio di sovrappeso è legato a un consumo eccessivo di carboidrati (da meno del 40 al 50 per cento dell’energia, in particolare da saccaridi come il glucosio, il fruttosio/saccarosio e alimenti a elevato indice o carico glicemico). Per le persone appartenenti al terzo gruppo, un equilibrio ottimale dei macronutrienti (carboidrati, lipidi e proteine) sembra essere il modo migliore per perdere peso, poiché non dimostrano la necessità di limitare né grassi né carboidrati, ma traggono vantaggio da un regime ipocalorico bilanciato.

In alcuni casi di obesità o sovrappeso, l’esercizio fisico si dimostra particolarmente efficace. In tali casi, è consigliabile fare ginnastica a ritmo moderato (durata: da 30 a 45 minuti) tre o quattro volte alla settimana, per facilitare la gestione del peso. D’altro canto, se l’esercizio fisico produce una risposta ridotta e si dimostra meno efficace nel ridurre la massa corporea, raggiungere e mantenere il peso forma richiede una ginnastica più impegnativa.

I vantaggi di uno speciale programma personalizzato per la gestione del peso sono dunque evidenti. L’approccio olistico di una dieta basata sui geni è in grado di rispondere alle esigenze specifiche di ciascun individuo come nessun altro. In questo modo, una persona obesa o in sovrappeso ha molte più probabilità di vincere l’eterna battaglia con il proprio corpo una volta per tutte.

Sven-David Müller, Master of Science (MSc) in Nutrizione e dietetica applicata, nutrizionista clinico certificato, educatore diabetologico (Associazione tedesca per il diabete), Centro e ambulatorio per la comunicazione alimentare, consulenza dietistica e giornalismo sanitario, Ostheimer Straße 27d, D-61130 Nidderau.


Sven-David Müller, Master of Science (MSc) in Nutrizione e dietetica applicata, nutrizionista clinico certificato, educatore diabetologico (Associazione tedesca per il diabete), Centro e ambulatorio per la comunicazione alimentare, consulenza dietistica e giornalismo sanitario, Ostheimer Straße 27d, D-61130 Nidderau.Gestione del peso: quale dieta funziona davvero?

15/09/2014 -  Mentre il numero delle persone che lottano contro il sovrappeso continua a crescere, diventa sempre più evidente che il controllo delle calorie, di per sé, non è la risposta al problema. Iniziamo a comprendere che, nei casi estremi, le ragioni alla base dell’eccessivo aumento di peso sono diverse: fattori ambientali e comportamentali, così come ereditari e genetici (nutrigenomica). In tale ottica risulta fondamentale adottare una prospettiva più ampia. Una dieta non specifica non è sufficiente a raggiungere un peso e uno stato di salute normali.
E quindi, cosa provoca l’aumento di peso? Di solito sovrappeso e adiposità sono il risultato di un bilancio energetico positivo protratto nel tempo; in altre parole, ingeriamo più calorie di quante ne bruciamo. Ciò significa che una restrizione calorica è essenziale ai fini del dimagrimento. Questa, tuttavia, non è l’unica risposta. La maggior parte delle persone in sovrappeso e obese è fortemente motivata a dimagrire ma ha difficoltà a farlo e, in caso di successo, trova ancora più difficile mantenere il peso perso. Infatti, solo il 10-20% circa delle persone che cercano di assumere meno calorie dimagrisce effettivamente, la maggior parte perde poco peso o addirittura ne acquista. Inoltre, la perdita di peso non riesce a essere mantenuta e si instaura un effetto yo-yo.
Basta considerare che ogni anno oltre 45 milioni di americani iniziano una dieta dimagrante di qualche tipo, per lo più senza grande successo. Inoltre, la maggior parte delle persone obese o in sovrappeso riprende i chili persi entro cinque anni. In questo modo, si avvia il classico ciclo di dieta/perdita e successivo riacquisto dello stesso peso (o superiore). Si tratta del frustrante “effetto yo-yo”, o “dieta yo-yo”, sperimentati da molti.
Oggi è noto che la gestione del peso implica un ampio numero di fattori e sono stati studiati diversi approcci olistici che tengono in considerazione sia la componente metabolica sia quella psicologica connesse a sovrappeso e obesità. La maggior parte delle diete e dei programmi per la perdita di peso si basano sul consumo di cibi integrali a basso contenuto di grassi o carboidrati, colesterolo, acidi grassi saturi e saccarosio (zucchero raffinato) e che non contengono prodotti chimici o conservanti, finendo spesso con l’imporre un’alimentazione strettamente a basso regime calorico (< 1.000 calorie) che non è adatta a tutti.
Solo recentemente abbiamo iniziato a comprendere davvero il ruolo cruciale dei geni e della nutrogenomica nel processo di immagazzinamento dei nutrienti, che regola l’assorbimento degli alimenti, il consumo energetico e lo sviluppo della massa corporea, tutte funzioni che influiscono drasticamente sulla diminuzione e sull’aumento di peso. Questa prospettiva ha portato a ipotizzare che, per essere efficace, una dieta debba essere elaborata in base alle specifiche caratteristiche genetiche (o al genotipo) di ogni individuo. Può allora essere elaborata una consulenza personalizzata che, secondo la specifica tipologia genetica, indichi le modifiche del regime alimentare e dello stile di vita più adatte al raggiungimento di obiettivi specifici in termini di nutrizione ed esercizio fisico.
Nutrizionisti, dietologi e medici di tutto il mondo hanno esaminato tutte le variazioni genetiche associate a peso, massa e grasso corporei, e quindi all’acquisto e perdita di peso, identificando specificamente cinque varianti di quattro geni principali che dimostrano di avere effetti importanti sull’aumento di peso e di essere quindi correlati a un elevato rischio di sovrappeso e obesità. In base a tali varianti, sono stati finora individuati tre gruppi di soggetti obesi o in sovrappeso con diversa risposta a un determinato tipo di dieta: (1) particolarmente sensibili a un regime a basso contenuto di grassi, (2) particolarmente sensibili a un regime a basso contenuto di carboidrati e (3) particolarmente sensibili a un regime a basso contenuto di calorie con bilanciamento di grassi e carboidrati.
Il metabolismo energetico delle persone che rispondono a una dieta povera di grassi tende a essere più lento rispetto alla media della popolazione. Questi soggetti ingrassano facilmente, poiché assorbono maggiormente i lipidi contenuti negli alimenti. Mentre per coloro che rispondono geneticamente alla limitazione dei carboidrati, il principale rischio di sovrappeso è legato a un consumo eccessivo di carboidrati (da meno del 40 al 50 per cento dell’energia, in particolare da saccaridi come il glucosio, il fruttosio/saccarosio e alimenti a elevato indice o carico glicemico). Per le persone appartenenti al terzo gruppo, un equilibrio ottimale dei macronutrienti (carboidrati, lipidi e proteine) sembra essere il modo migliore per perdere peso, poiché non dimostrano la necessità di limitare né grassi né carboidrati, ma traggono vantaggio da un regime ipocalorico bilanciato.
In alcuni casi di obesità o sovrappeso, l’esercizio fisico si dimostra particolarmente efficace. In tali casi, è consigliabile fare ginnastica a ritmo moderato (durata: da 30 a 45 minuti) tre o quattro volte alla settimana, per facilitare la gestione del peso. D’altro canto, se l’esercizio fisico produce una risposta ridotta e si dimostra meno efficace nel ridurre la massa corporea, raggiungere e mantenere il peso forma richiede una ginnastica più impegnativa.
I vantaggi di uno speciale programma personalizzato per la gestione del peso sono dunque evidenti. L’approccio olistico di una dieta basata sui geni è in grado di rispondere alle esigenze specifiche di ciascun individuo come nessun altro. In questo modo, una persona obesa o in sovrappeso ha molte più probabilità di vincere l’eterna battaglia con il proprio corpo una volta per tutte.
Sven-David Müller, Master of Science (MSc) in Nutrizione e dietetica applicata, nutrizionista clinico certificato, educatore diabetologico (Associazione tedesca per il diabete), Centro e ambulatorio per la comunicazione alimentare, consulenza dietistica e giornalismo sanitario, Ostheimer Straße 27d, D-61130 Nidderau.
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Gestione del peso: quale dieta funziona davvero?

15/09/2014 -  Mentre il numero delle persone che lottano contro il sovrappeso continua a crescere, diventa sempre più evidente che il controllo delle calorie, di per sé, non è la risposta al problema. Iniziamo a comprendere che, nei casi estremi, le ragioni alla base dell’eccessivo aumento di peso sono diverse: fattori ambientali e comportamentali, così come ereditari e genetici (nutrigenomica). In tale ottica risulta fondamentale adottare una prospettiva più ampia. Una dieta non specifica non è sufficiente a raggiungere un peso e uno stato di salute normali.
E quindi, cosa provoca l’aumento di peso? Di solito sovrappeso e adiposità sono il risultato di un bilancio energetico positivo protratto nel tempo; in altre parole, ingeriamo più calorie di quante ne bruciamo. Ciò significa che una restrizione calorica è essenziale ai fini del dimagrimento. Questa, tuttavia, non è l’unica risposta. La maggior parte delle persone in sovrappeso e obese è fortemente motivata a dimagrire ma ha difficoltà a farlo e, in caso di successo, trova ancora più difficile mantenere il peso perso. Infatti, solo il 10-20% circa delle persone che cercano di assumere meno calorie dimagrisce effettivamente, la maggior parte perde poco peso o addirittura ne acquista. Inoltre, la perdita di peso non riesce a essere mantenuta e si instaura un effetto yo-yo.
Basta considerare che ogni anno oltre 45 milioni di americani iniziano una dieta dimagrante di qualche tipo, per lo più senza grande successo. Inoltre, la maggior parte delle persone obese o in sovrappeso riprende i chili persi entro cinque anni. In questo modo, si avvia il classico ciclo di dieta/perdita e successivo riacquisto dello stesso peso (o superiore). Si tratta del frustrante “effetto yo-yo”, o “dieta yo-yo”, sperimentati da molti.
Oggi è noto che la gestione del peso implica un ampio numero di fattori e sono stati studiati diversi approcci olistici che tengono in considerazione sia la componente metabolica sia quella psicologica connesse a sovrappeso e obesità. La maggior parte delle diete e dei programmi per la perdita di peso si basano sul consumo di cibi integrali a basso contenuto di grassi o carboidrati, colesterolo, acidi grassi saturi e saccarosio (zucchero raffinato) e che non contengono prodotti chimici o conservanti, finendo spesso con l’imporre un’alimentazione strettamente a basso regime calorico (< 1.000 calorie) che non è adatta a tutti.
Solo recentemente abbiamo iniziato a comprendere davvero il ruolo cruciale dei geni e della nutrogenomica nel processo di immagazzinamento dei nutrienti, che regola l’assorbimento degli alimenti, il consumo energetico e lo sviluppo della massa corporea, tutte funzioni che influiscono drasticamente sulla diminuzione e sull’aumento di peso. Questa prospettiva ha portato a ipotizzare che, per essere efficace, una dieta debba essere elaborata in base alle specifiche caratteristiche genetiche (o al genotipo) di ogni individuo. Può allora essere elaborata una consulenza personalizzata che, secondo la specifica tipologia genetica, indichi le modifiche del regime alimentare e dello stile di vita più adatte al raggiungimento di obiettivi specifici in termini di nutrizione ed esercizio fisico.
Nutrizionisti, dietologi e medici di tutto il mondo hanno esaminato tutte le variazioni genetiche associate a peso, massa e grasso corporei, e quindi all’acquisto e perdita di peso, identificando specificamente cinque varianti di quattro geni principali che dimostrano di avere effetti importanti sull’aumento di peso e di essere quindi correlati a un elevato rischio di sovrappeso e obesità. In base a tali varianti, sono stati finora individuati tre gruppi di soggetti obesi o in sovrappeso con diversa risposta a un determinato tipo di dieta: (1) particolarmente sensibili a un regime a basso contenuto di grassi, (2) particolarmente sensibili a un regime a basso contenuto di carboidrati e (3) particolarmente sensibili a un regime a basso contenuto di calorie con bilanciamento di grassi e carboidrati.
Il metabolismo energetico delle persone che rispondono a una dieta povera di grassi tende a essere più lento rispetto alla media della popolazione. Questi soggetti ingrassano facilmente, poiché assorbono maggiormente i lipidi contenuti negli alimenti. Mentre per coloro che rispondono geneticamente alla limitazione dei carboidrati, il principale rischio di sovrappeso è legato a un consumo eccessivo di carboidrati (da meno del 40 al 50 per cento dell’energia, in particolare da saccaridi come il glucosio, il fruttosio/saccarosio e alimenti a elevato indice o carico glicemico). Per le persone appartenenti al terzo gruppo, un equilibrio ottimale dei macronutrienti (carboidrati, lipidi e proteine) sembra essere il modo migliore per perdere peso, poiché non dimostrano la necessità di limitare né grassi né carboidrati, ma traggono vantaggio da un regime ipocalorico bilanciato.
In alcuni casi di obesità o sovrappeso, l’esercizio fisico si dimostra particolarmente efficace. In tali casi, è consigliabile fare ginnastica a ritmo moderato (durata: da 30 a 45 minuti) tre o quattro volte alla settimana, per facilitare la gestione del peso. D’altro canto, se l’esercizio fisico produce una risposta ridotta e si dimostra meno efficace nel ridurre la massa corporea, raggiungere e mantenere il peso forma richiede una ginnastica più impegnativa.
I vantaggi di uno speciale programma personalizzato per la gestione del peso sono dunque evidenti. L’approccio olistico di una dieta basata sui geni è in grado di rispondere alle esigenze specifiche di ciascun individuo come nessun altro. In questo modo, una persona obesa o in sovrappeso ha molte più probabilità di vincere l’eterna battaglia con il proprio corpo una volta per tutte.
Sven-David Müller, Master of Science (MSc) in Nutrizione e dietetica applicata, nutrizionista clinico certificato, educatore diabetologico (Associazione tedesca per il diabete), Centro e ambulatorio per la comunicazione alimentare, consulenza dietistica e giornalismo sanitario, Ostheimer Straße 27d, D-61130 Nidderau.
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